Chi può legalmente organizzare un funerale? Una guida chiara per evitare errori e incomprensioni
- preventivofunerali
- 13 lug
- Tempo di lettura: 3 min

Quando si verifica un decesso, il dolore si intreccia inevitabilmente con una serie di incombenze pratiche.
Una delle prime domande che spesso emergono – e che può causare incomprensioni anche tra parenti stretti – è:“Chi può firmare e decidere per il funerale?”
Contrariamente a quanto si pensa, non tutti i familiari hanno automaticamente il diritto di organizzare le esequie. La legge italiana stabilisce criteri precisi, che è fondamentale conoscere prima di prendere qualsiasi decisione. In questo articolo ti guidiamo passo passo, con linguaggio semplice e casi pratici.
👤 1. Il principio generale: chi ha diritto a disporre delle esequie?
Secondo la normativa vigente (legge 130/2001, DPR 285/1990 e Regolamenti locali), l’ordine di priorità per decidere sulle modalità del funerale è:
Il defunto stesso, se ha lasciato disposizioni scritte (testamento, disposizione olografa, DAT, ecc.)
Il coniuge o l’unito civilmente
I figli
I genitori
I fratelli e le sorelle
Gli altri parenti entro il 6° grado
Un convivente more uxorio, solo se dimostra la convivenza
La persona che rientra in queste categorie diventa il “dichiarante”: è colui che si reca all’impresa funebre, firma i documenti e autorizza la sepoltura o la cremazione.
✍️ 2. Se il defunto ha lasciato disposizioni scritte
Le sue volontà prevalgono su tutto. Un testamento o una dichiarazione anticipata di trattamento (DAT), anche semplice e scritta a mano, può indicare chi deve occuparsi delle esequie o le modalità (cremazione, inumazione, tumulazione).
In questi casi, i familiari devono rispettare la volontà del defunto, anche se non concordano.
⚖️ 3. Se ci sono più figli o più fratelli
In assenza di un testamento, se ci sono più persone sullo stesso livello di priorità (es. due figli), la legge non stabilisce un rappresentante automatico.
Per la prassi, è sufficiente il consenso espresso di uno solo, ma è consigliabile raccogliere il consenso anche degli altri per evitare contestazioni.
Molti Comuni - in relazione all'istanza di cremazione - richiedono l'unanimità degli aventi titolo; altri la maggioranza degli stessi. E' sempre utile fornire un’autodichiarazione in cui si attesti che non ci sono altri familiari contrari.
❗️4. E se i familiari sono in disaccordo?
Se due figli litigano su come fare il funerale, o se un fratello contesta le scelte dell’altro, l’impresa funebre non può procedere finché la situazione non è chiarita.
In questi casi:
È possibile nominare un avvocato o un notaio come mediatore
Nei casi estremi, decide il giudice tutelare
Per questo è fondamentale parlare in anticipo e mettersi d’accordo, se possibile.
👵 5. Cosa succede con amministratore di sostegno o tutore?
Se la persona deceduta era interdetta o in amministrazione di sostegno, il diritto a decidere spetta al tutore o all’amministratore, ma solo se previsto nel decreto di nomina.
In caso contrario, i familiari restano i soggetti titolati.
🏳️🌈 6. Convivenze, coppie non sposate e amici intimi
La legge italiana riconosce le unioni civili, ma non sempre le convivenze di fatto.
Un convivente può firmare per il funerale solo se dimostra con documenti (residenza, dichiarazioni anagrafiche) di aver vissuto stabilmente con il defunto. In caso contrario, il diritto spetta ai parenti.
Un amico, collega, vicino di casa può richiedere la sepoltura ma solo per inumazione o tumulazione.
📋 7. Documenti necessari per firmare un funerale
Chi intende firmare deve presentare:
Documento di identità valido
Codice fiscale
Relazione di parentela o documentazione giustificativa
In alcuni casi, dichiarazioni sostitutive di atto notorio
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🎯 Conclusione
Organizzare un funerale non è solo una questione emotiva, ma anche legale e amministrativa. Scegliere di farlo con consapevolezza ti permette di onorare il defunto e proteggere la serenità dei familiari.
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